Fino al 26 febbraio la Galleria d’Arte Moderna di Milano ospita nelle meravigliose sale tardo settecentesche di Leopoldo Pollack le opere ultra contemporanee provenienti dalle ricchissime collezioni private Berlingeri e Panza, in un dialogo tra antico e contemporaneo assolutamente imperdibile.
Un vero omaggio al collezionismo privato quello realizzato da Luca Massimo Barbero per la mostra La finestra sul cortile, allestita a Villa Belgiojoso con la collaborazione di UBS, banca legata alla GAM da tre anni e emblema di una collaborazione proficua tra pubblico e privato in ambito culturale.
Gli spazi neoclassici e le opere della collezione, già provenienti dal collezionismo illuminato che ha visto nella Milano del Novecento la sua massima espressione, sono ora chiamate a dialogare con quelle delle due più note e prestigiose collezioni contemporanee italiane, quelle della famiglia Berlingeri e quella di Giovanni Panza di Biumo di Varese.
Il titolo della mostra, tratto dal capolavoro di Alfred Hitchcock, allude allo sguardo voyeuristico che il visitatore è chiamato ad adottare per “ficcanasare” tra le opere private per molto tempo nascoste nei castelli dei loro proprietari. Lo sguardo è però veicolato dalla capace selezione adoperata dal curatore, che limita e dirige il nostro campo visivo così come la finestra del fotoreporter Jeff limita il suo curiosare nella casa dei vicini nel capolavoro hitchcockiano.
Hitchcock è stato un grande maestro dellʼinquadratura e del vedere. Proprio alla sua inedita capacità di sguardo è dedicato questo percorso espositivo attraverso la GAM, primo di una serie di progetti che svilupperò ispirati alla sua filmografia. Come nel capolavoro del grande regista, il pubblico diventa il vero protagonista mentre osserva e viene osservato; lʼarchitettura dello spazio si trasforma in un grande set dove un gioco di ‘scorci visivi’ riporta agli occhi del visitatore, riscoprendoli con accostamenti inattesi, capolavori museali e opere contemporanee.
(Dichiarazione di Luca Massimo Barbero)
Il percorso espositivo si articola sui tre piani della Galleria procedendo per inquadrature, dando vita a una vera “caccia allʼopera” che invita il visitatore a scovare l’intruso nell’usuale allestimento della Villa, e invitandolo a una rilettura “ad episodi” delle raccolte del Museo e delle opere Berlingeri e Biumo.
Questa “carrellata cinematografica” attraverso gli ambienti del Museo vede affiancate
le opere di Christo, Dan Flavin, Joseph Kosuth, Richard Long, Cady Noland, Giulio Paolini, Richard Serra, Rudolf Stingel a quelle Giovanni Fattori, Francesco Hayez, Edouard Manet, Giorgio Morandi, Antonio Canova e Giovanni Boldini.
E vi sembra poco? Se la risposta è affermativa, nonostante lo sconcerto, aggiungiamo sul piatto della bilancia la presenza della magnifica installazione, proiettata in facciata, Adaptation, dell’artista americano Arthur Duff. Le scritte in movimento, ispirate al copione del film da cui la mostra trae il titolo, ridisegnano la facciata della GAM, rompendo gli schemi dell’ordine neoclassico e preannunciando al visitatore che troverà davvero qualcosa di nuovo e inedito all’interno del museo.
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Insomma una mostra veramente globale dove antico, moderno, contemporaneo, architettura, scultura, pittura, design, cinema e arte si fondono in una miscela esplosiva che dà vita (finalmente) a un esperimento di compenetrazione fruttuosa tra tutti i generi dell’arte e risponde ai bisogni e agli interessi, ormai sempre più trasversali, dei consumatori culturali di oggi.
E allora forza tutti alla GAM! C’è tempo solo fino al 26 febbraio per visitare La finestra sul cortile e, perchè no, cogliere l’occasione per tornare (speriamo!) in un Museo sempre accogliente, che ad ogni visita ti fa sentire a casa, con il suo parquet scricchiolante, e il suo personale, dipendente e volontario, sempre disposto ad accompagnarti nella visita e a svelarti segreti inediti sulla Villa di Milano.