Il 2020 si è appena concluso e il consueto bilancio annuale ci appare intriso di riflessioni e introspezioni in cui difficilmente ci saremmo imbattuti se non avessimo avuto il perentorio imperativo di fermarci. Tante sono state le riflessioni che hanno riguardato il settore artistico-culturale e, tra queste, una tematica centrale ha sicuramente riguardato il ruolo delle gallerie d’arte e dei galleristi. Il progetto di Italics Art and Landscape ci aiuta a capire cosa è affiorato da questi pesanti e lunghi mesi di riflessioni.
Italics Art and Landscape è un consorzio che riunisce 63 celebri gallerie italiane, che rappresentano al massimo livello sia l’arte moderna che quella contemporanea. Il progetto trova una prima concretizzazione nell’omonima piattaforma digitale che si configura come una vera e propria raccolta di “tips” (consigli lampo – ndr) rilasciati dai galleristi coinvolti e che portano l’utente alla scoperta di curiosissime eccellenze territoriali italiane.
Per lasciarvi incuriosire dalle chicche di bellezza proposte, vi rimandiamo direttamente alla sezione Tips di Italics Art and Landscape. Tuttavia, quello che possiamo ancora commentare in questa sede, è che non vi è un univoco criterio di scelta delle eccellenze culturali del territorio proposte, ma, piuttosto, emerge la volontà di creare uno spazio in cui vi è la possibilità di utilizzare gli occhi critici di chi ha a che fare quotidianamente con l’arte, per guardare la realtà. Ecco allora che si ha un’occasione in più per scoprire angoli intrisi d’arte nelle (ormai non più molto) caotiche Roma e Milano; oppure si può percorrere l’Italia in tutti i suoi capillari per ritrovarsi in piccoli e dolci borghi dal tempo sospeso; o ancora si possono trovare luoghi e attività per completare le esperienze culturali.
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Quello che è interessante sottolineare è che quest’operazione ci è apparsa al tempo stesso anomala e nobile. Anomala perché Italics Art and Landscape non è esattamente il risultato che ci si sarebbe potuto aspettare da un consorzio di gallerie, perlopiù in un momento di crisi. Pur rimanendo, infatti, a tutti gli effetti una strategia commerciale, il progetto non è però il risultato di una politica aggressiva di marketing: esso non è uno shop online unificato, all’interno del quale poter visionare le varie vetrine delle gallerie passando agevolmente dall’una all’altra. Siamo, piuttosto, di fronte ad una nobile strategia di comunicazione mirata a coinvolgere l’utente nel tentativo di livellare gli strascichi emotivi che si porta appresso l’emergenza pandemica. Italics Art and Landscape consente all’utente curioso di poter scoprire luoghi pieni di bellezza (pur rimanendo nel proprio comune) e, comunque, si fa portatore di un turismo lento, non bulimico, rapido e distratto come quello precedente. La sensazione che si ha è che questo progetto voglia cercare di allargare la schiera di frequentatori delle gallerie, radicando le gallerie al territorio circostante e, di conseguenza, alla comunità di riferimento. Si tratta, insomma, di un’operazione di marketing che nasce dall’esigenza di creare una rete connessa e solida tra le gallerie coinvolte, in modo da non essere realtà isolate in un momento così economicamente delicato, ma si declina nel tentativo di soddisfare esigenze umane dei cittadini, stimolando più soggetti ad avvicinarsi al mondo dell’arte. Se da un lato quest’operazione è volta ad accaparrarsi nuovi potenziali clienti, dall’altro appare perfettamente in linea con la necessità di ricreare, all’interno delle gallerie, un ambiente più attento alle esigenze umane finalizzato alla creazione di legami di fiducia, che siano più avvolgenti rispetto all’approccio decisamente asettico, ma dominante, che tipicamente connota le case d’asta.
Se volete scoprire i tanti luoghi nascosti, o spesso semplicemente ignorati, del nostro territorio vi invitiamo a seguire il sito di Italics.