Riapre miart: tutte le novità della prima fiera d’arte italiana a tornare in presenza

Una ripartenza molto attesa quella della 25° edizione di miart, all’insegna di una promessa: Dismantling the silence / Smantellare il silenzio. Tre parole in cui si concentra tutto il desiderio di lasciarsi alle spalle un anno terribile e, contemporaneamente, dare inizio ad un dialogo con tutti gli operatori e visitatori della kermesse.

Diverse sono state le novità di questa edizione (17 – 19 settembre 2021), a cominciare dalla direzione artistica, affidata per la prima volta a Nicola Ricciardi, Direttore Artistico uscente delle OGR – Officine Grandi Riparazioni di Torino -, che succederà ad Alessandro Rabottini alla guida di Miart per il triennio 2021-2023.

Nonostante qualche rinuncia dall’estero, gli espositori provenienti dall’Italia e da altri 20 Paesi sono stati 145. Certamente in numero inferiore rispetto ai 170 delle ultime edizioni i galleristi sono tornati a Milano a confermare il loro legame con la Fiera, che anno dopo anno è divenuta uno degli appuntamenti più avvincenti del nostro Paese. Non mancano i grandi nomi italiani, tra cui Lia Rumma, Monica De Cardenas, Massimo e Francesca Minini, ZERO…, Vistamarestudio, Raffaella Cortese oltre a quelli internazionali provenienti in gran parte dall’Europa: Lelong, Corvi-Mora, Kilchmann e Clearing, solo per citarne alcuni.

Grandi novità si sono registrate anche nell’allestimento degli spazi espositivi, che quest’anno hanno occupato il primo piano di fieramilanocity: ambienti ampi e ben bilanciati, dove, a differenza degli anni precedenti, spazio più consistente è stato dato alle gallerie emergenti. Il risultato? Un padiglione dall’impatto elegante, la cui raffinatezza è data, senza dubbio, anche dai soffitti neri che ben si sposano con gli stand.

Invariate restano invece le sezioni: Established Contemporary, Established Master, Decades, in cui dieci gallerie hanno creato un percorso per decadi del 900, Emergent, dedicata alle gallerie emergenti Generations, rivolta al dialogo tra artisti di diverse generazioni.

Malgrado la quantità delle opere in esposizione sia stata inferiore alle edizioni precedenti, diversi sono stati i progetti che hanno colpito il visitatore: da Building, che per la prima volta partecipa alla kermesse con l’opera di Remo Salvadori Il silenzio delle radici, in un suggestivo dialogo tra antico e contemporaneo, alla performance della Galleria Astuni, che ha coinvolto alcuni studenti dell’Accademia di Brera, e ancora, collegata alla performance, l’opera Martellate – Malincuore di Marcello Maloberti esposta da Raffaella Cortese. Infine, di forte impatto estetico, con un dialogo tra l’antica tradizione artigianale della tessitura e il mondo digitale dei pixel, è stata l’opera dall’artista Irene Fenara Three Thousand Tigers, presentata dalla Galleria UNA di Piacenza e vincitrice della XII edizione del Premio Rotary Club Milano Brera per l’Arte Contemporanea e i Giovani Artisti.

Dopo l’edizione online del 2020, che ha consentito di mantenere in contatto galleristi e collezionisti, Miart ha sicuramente ritrovato il suo spazio vitale con un percorso ricco di dialoghi e scoperte, mantenendo così il suo carattere internazionale e confermandosi un appuntamento il cui elemento distintivo è lampia offerta.

E se purtroppo il numero di visitatori non ha eguagliato quello di qualche edizione fa, ciò che a noi di Artforbreakfast importa è stato semplicemente ritornare ad avere lo sguardo dritto e rivolto verso il futuro.

Credits
Fig. 3: Irene Fenara, Three Thousand Tigers, 2020 arazzo (lana e seta, 300 x 200 cm.) Foto di Paolo Valentini Courtesy UNA (Piacenza-Milano).