Fino al 29 gennaio 2017 (prorogata al 5 febbraio) sará possibile visitare alla Fabbrica del Vapore di Milano la mostra The Art of the Brick che ha giá incantato e attirato milioni di visitatori da New York a Los Angeles, da Melbourne a Shanghai, da Singapore a Londra, da Parigi a Roma.
Riconosciuta dalla CNN come una tra le 10 mostre da non perdere al mondo, the Art of the Brick raccoglie le opere dell’artista statunitense Nathan Sawaya, ex avvocato che ad un certo punto della carriera ha mollato tutto per dedicarsi alle sue opere in mattoncini che oggi girano il mondo.
Noi di Art for Breakfast vi diamo 10 buoni motivi per visitarla .
“L’arte nutre la mente, sia essa di creta, pittura, legno o giocattoli moderni” (Nathan Sawaya)
1) Colori brillanti e coinvolgenti e sculture davvero strabilianti!
I protagonisti indiscussi dell’esposizione sono i famosissimi mattoncini Lego con i loro colori vivaci, collocati in uno spazio interamente bianco e nero in cui essi spiccano e risaltano. Ogni tema, anche il più forte, é trattato nei toni del blu, del giallo e del rosso, la malinconia nella mostra é relegata tutta all’esterno della Fabbrica del Vapore, nella fila che spesso si deve affrontare grazie proprio al grande successo che la mostra ha riscontrato. Quando si ha finalmente accesso allo spazio espositivo le sculture provocano subito il buonumore, per un sentimento simil al sublime che esse emanano. Il sublime appunto, quel misto di attrazione e terrore, che qui si coniuga in sconcerto d’innanzi alla elaborazione delle sculture esposte, create da migliaia di mattoncini che, seguendo uno schema perfetto, si articolano verticalmente raggiungendo altezze che confido nessuno di noi da bambino ha mai raggiunto con i Lego regalati dalla zia a Natale. L’abilità costruttiva di Sawaya è evidente nella sezione delle riproduzioni di opere d’arte famose, come La Venere di Milo, composta da “appena” 18.483 mattoncini per un altezza di 189 cm, o il David di Michelangelo delle Gallerie dell’Accademia di Firenze, dove i mattoncini sono solo 16.349 ma l’altezza è di 190 cm!
2) É una mostra trasversale
The Art of the Brick é la mostra davvero per tutti!
Avete bambini che non sapete piú come gestire in questo freddo inverno Milanese? Fidanzati che vengono puntualmente costretti a trascinarsi in mostre complesse che possono colpire solo gli storici dell’arte e annoiare enormemente tutti i non addetti? Amiche da incontrare per un pomeriggio non di solo shopping? Tempo da perdere? Voglia di visitare qualcosa di non troppo impegnativo? Giorni festivi da riempire e chi piú ne ha più ne metta? Ecco allora é mostra che fa per voi!
“Per fortuna l’arte non ha regole.” (Nathan Sawaya)
3) É evocativa e nostalgica aiuta ad ascoltare il proprio io
In fondo tutti siamo stati bambini, e tutti vedendo quei mattoncini immaginavamo grattacieli e castelli da difendere, e poco importava se nella realtà ne avessimo uniti solo due di colori per l’altro discordanti! Sawaya con le sue opere ci insegna che davvero tutto è possibile e che spesso andrebbe preservato, e maggiormente ascoltato, il bambino che è in ognuno di noi. Forse saremmo tutti meno coscienziosi ma sicuramente più visionari.
“I sogni si realizzano un mattoncino alla volta”(Nathan Sawaya)
4) È divertente e rapida da girare
A differenza di molte altre mostre The Art of the Brick non richiede un dispendio massimo di energie nonostante i 1.600 mq di esposizione e le oltre 100 sculture . Le sale sono molto grandi e di ampio respiro per cui, anche in giorni particolarmente affollati, non si ha difficoltà ad avvicinarsi a visionare le sculture o passare da una sala all’altra. Inoltre in una stessa sala viene sviscerato un intero tema, il che porta ad avere sala dopo sala un quadro molto completo dell’espressione artistica di Sawaya e del suo modo di approcciarsi alla figurazione dell’essere umano. Un aspetto che torna spesso nelle opere proposte è il disconoscimento della finzione esteriore odierna, infatti molte opere presentano maschere, o teste deformate, staccate, lacerate, quasi una volontà costante di uscire dal proprio corpo.
5) É molto educativa e costituisce un vero tuffo nella storia dell’arte!
La sezione dedicata alle riproduzioni di opere celebri è costruita in modo ineccepibile. Infatti ogni singola opera, tratta dai grandi capolavori della storia dell’arte, dalle sculture greche a Andy Warhol, è corredata da una scheda esplicativa che presenta, oltre che le indicazioni di altezza e numeri di pezzi impiegati, la storia dell’opera originale, in poche righe e in modo molto semplice e diretto. Ho trovato che questo modo di raccontare l’arte possa essere un validissimo strumento per far avvicinare grandi e piccini almeno a quelli che ormai vengono riconosciuti come capolavori universali della nostra cultura globale. Qualche esempio? L’Urlo di Munch, la Fontana di Duchamps, la Gioconda di Leonardo, la Ballerina di Degas, la Nike di Samotracia ecc ecc.
6) Stimola la creatività
I bambini (reali o interiori) alla fine del percorso espositivo possono mettersi alla prova nell’area bookshop, dove sono presenti delle vasche zeppe dei famosi mattoncini per provare a creare la propria opera d’arte e sfogare la propria creatività.
7) C’è altro oltre ai videogames!
La mostra è anche un utile strumento per mostrare ai bambini, e anche ai grandi videogames addicted, che esistono passatempi molto più creativi e rilassanti dei videogiochi, che stimolano la fantasia e aumentano la capacità logica e immaginativa. Io personalmente non sono mai stata una gran cima con i Lego, ma subito dopo la mostra ho sentito una gran voglia di fare un puzzle…che ho scelto giustamente in bianco e nero tanto per complicarmi la vita! Tornando a noi, quando ho avuto modo di visitare la mostra ho notato che molto spesso i bambini guardavano i Lego in modo diverso dagli adulti che ci sono cresciuti. Mi ha pervaso il pensiero che molti di quei bambini i Lego non li hanno proprio mai visti, e li reputano un gioco di altri tempi, come faceva la mia generazione con le bambole in porcellana o in pezza della mamma. Bene se la mostra avrà la capacità di allontanare anche solo parzialmente i bambini dai videogiochi poco importerà che questa maxi azione commerciale rinsalderà ancor di più le tasche della ditta Lego. Costi Benefici.
8) Il contesto
La mostra si svolge presso la Fabbrica del Vapore ex industria Carminati & Toselli, storica società milanese produttrice di rotabili tranviari e ferroviari che cessò la sua attività nel 1935. Negli anni più recenti gli spazi sono stati affidati dal Comune di Milano a una pluralità di associazioni culturali che operano nell’alta formazione artistico culturale e dello spettacolo, nella diffusione dell’arte contemporanea e della moda. La Fabbrica è inoltre stata oggetto in questo 2016 di un nuovo bando emanato dal comune per la riassegnazione degli spazi, cosa che ha causato non poche polemiche tra chi vi era già presente da anni, come Careof, organizzazione no profit per la ricerca artistica e contemporanea che si trova alla Fabbrica dal 2002. Vale la pena, quindi, visitare la mostra e fare un giro nelle altre realtà presenti, perchè forse si, tra pochi mesi, la Fabbrica potrebbe mutare il proprio aspetto.
9) Si può fotografare TUTTO!
Si sa che nell’era dei social media avere foto di mostre particolari sul proprio instagram permette di raggiungere molti like. Quindi care selfie dipendenti vi comunico che in questa mostra si può fotografare tutto ma proprio tutto, flash o non flash non è un problema, bisogna solo stare attente a non finire nei selfie altrui e vi prometto che questa mostra vi garantirà un successone sui social.
10) last but not least : Il tirannosauro Rex
Infine se questi 9 motivi non vi hanno ancora convinto ad andare alla mostra vi sveliamo che c’è anche un dinosauro lungo 6 m e costruito con 80.020 mattoncini Lego!!