Una Miart dai toni variopinti quella del 2017 guidata da Alessandro Rabottini, curatore negli ultimi tre anni delle sezioni speciali e dei talks dell’era De Bellis, e dal 2016 vice direttore della fiera. Noi di Art for Breakfast Magazine abbiamo fatto una rapida passeggiata tra le 175 gallerie selezionate e vi raccontiamo le nostre impressioni su questa nuova direzione.
“Un’edizione di consolidamento e di espansione” come ha dichiarato Rabottini alla presentazione della 22° Miart, in cui sono state portate avanti alcune delle idee e delle linee guida della direzione De Bellis, con qualche geniale intuizione gettata qua e là. Tra i progetti più interessanti On Demand, la sezione «trasversale» in cui le gallerie hanno esposto, fra le altre, opere context-based e opere site-specific, progetti da realizzare, performance e tutte quelle opere che per esistere hanno bisogno di essere attivate dal proprietario, “sottolineando in questo modo quanto l’atto stesso del collezionare sia una forma di cura, di progettualità e di responsabilità”.
Il fil rouge della manifestazione sembra essere stato il colore, a volte sgargiante e accecante, per una scelta di opere d’arte sicuramente appariscente. Alcuni stand, come quello di Massimo De Carlo e di Giò Marconi, sono stati evidenziati nel percorso fieristico dalle pareti rosse che ponevano in risalto le opere presentate, un solo show dei Gelitin per il primo, e una monografica di Dasha Shishkin, di cui colpiscono anche i disegni a penna su carta un po’ nascosti nello stand, per il secondo.
Altro aspetto che saltava all’occhio l’ampiezza cronologica delle correnti e degli artisti rappresentati in fiera, che andava dai primi anni del ‘900 con la sezione Decades, passando per Generations, dove erano poste a confronto due generazioni d’artisti, fino alla contemporaneità con gli emergenti. Questo carattere di ricerca di una certa totalità di rappresentazione e il dialogo costante tra le diverse forme della creatività ha caratterizzato il Miart odierno, in cui da quest’anno ha trovato posto anche il design in edizione limitata.
Da segnalare anche il bellissimo allestimento della fiera, con corridoi ariosi in cui ad ogni galleria è stato assegnato il giusto spazio. Impressione negativa, invece, sull’affluenza, che ci è sembrata, ma forse è solo un’impressione personale, molto bassa nel pomeriggio di sabato, dove al contrario si dovrebbe registrare il massimo afflusso di pubblico, in una giornata, tra l’altro, in cui il tempo uggioso poteva favorire la visita.
Ed ecco una carrellata di alcuni degli stand e delle opere che ci hanno colpito.